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Immagine del redattoreAnthony Francesco Bentivegna

Episodio 1 Lingua e Linguaggio

Aggiornamento: 17 mar 2020

L’argomento che tratteremo oggi è la differenza tra “lingua” e “linguaggio”. Anche se le due parole possono sembrare sinonimi, non lo sono affatto. La lingua è il sistema comunicativo adottato da una comunità; il linguaggio, invece, è la forma di un sistema comunicativo.


Gli uomini primitivi per comunicare usavano i gesti o la scrittura pittografica. Successivamente, con la nascita delle prime società civili (fenicia, egizia, micenea, cretese etc.…), si percepì la necessità di creare un codice che permettesse una spedita comunicazione tra di loro. Questi codici di scrittura erano spesso una traduzione semantica dell’oggetto fonetico della parola.


Attività umana, spiccatamente espressiva, che opera sui mezzi di comunicazione, ovvero, sui linguaggi che permettono la comunicazione tra gli esseri umani è l’arte, la più alta espressione umana di creatività e di fantasia. Anche nell’arte avviene questa distinzione tra lingua e linguaggio.


In ogni periodo storico notiamo la presenza di vari linguaggi sviluppati all’interno del sistema della lingua. Il Romanico, ad esempio, sviluppato tra il sec. XI e XII era caratterizzato da una stretta analogia presente in tutte le chiese:

1) Uso generalizzato dei sistemi voltati;

2) Nascita di un’architettura modulare;

3) Muro come massa tridimensionale.

Altra particolarità del Romanico è il suo carattere multietnico. Questa caratteristica si nota principalmente in Francia, dove da regione a regione, a distanza di pochi chilometri, le chiese assumono tratti diversi: una chiesa della Normandia è diversa da una chiesa del Poitou. Nonostante ciò, si considerano entrambe chiese romaniche francesi.


La lingua conosciuta e parlata nella penisola italiana è l’italiano. L’Italia è formata da 20 Regioni, ognuna con la sua storia, con le sue tradizioni e con il suo linguaggio. Il siciliano, pur essendo un dialetto, è una declinazione della lingua italiana, una variante. Come nel caso dell’architettura romanica francese, dal seme ovvero “la lingua” prolificano le radici “i linguaggi”.

[fig. 2] Vincenzo Nucci,Giardino mediterraneo, 2008, olio su tela, cm.120X100

Bisogna saper discernere il generatore da colui che è stato generato.

I grandi maestri del Cinquecento sono da considerarsi dei pionieri linguistici? Seppur imitando i greci, considerati gli iniziatori della tradizione mimetica dell’arte (mìmesis), Michelangelo (Caprese 1475 - Roma 1564) e Raffaello (Urbino 1483 - Roma 1520), hanno apportato minuzie ed espedienti tecnici, elementi di riconoscibilità, punti forti e deboli, ma tutti raggruppabili nel contenitore del parametro linguistico dell’imitazione della natura. Anche gli Impressionisti, seppur apportando esponenziali modifiche percettive, motivate dal progresso scientifico, rientrano sempre in quell’ambito.


Dall’Espressionismo in poi, si è cercato di scavalcare il problema dell’imitazione, per far fronte a nuovi ideali. L’Espressionismo, come il Cubismo, l’Astrattismo, etc…, sono da considerarsi tante lingue sviluppate nell’arco di pochi decenni.

[fig. 1] Leonardo Fisco, Ebreo Anziano, 2006, olio su tela, cm.40X50

La lingua prevede un codice decifrabile con lo stesso medesimo canale di traduzione: l’Astrattismo si propone di rappresentare l’essenza delle cose, tramite segni, forme e colori, così da evocare l’immagine proposta dall’autore o inediti soggetti riconosciuti dal fruitore.


Tutti gli esponenti dell’Informale europeo operano allo stesso modo? I dipinti di Hans Hartung (Lipsia 1904 - Antibes 1989) e i dipinti di Jean Fautrier (Parigi 1898 - Châtenay-Malabry 1694) non sono entrambi ascrivibili all’Informale?


È il modo in cui si cimentano col medium, con i materiali, con la materia e con la realizzazione, ciò che cambia! Il primo fa parte della corrente gestuale segnica, mentre il secondo della corrente materica.

[fig. 3] Rosario Bruno, La Contessa di Castiglione, 1979, altorilievo cartone romano monocromo di veline in trasparenza da calco in gesso, cm. 67X40X7

Anche i vari esponenti della pittura analitica italiana hanno come ideale unico l’essenzialità della pittura, ossia, la riduzione di un’opera alla sua basica essenzialità, cioè, separando gli elementi utilizzati per la sua realizzazione (materiali, segni, pigmenti) l’uno dall’altro. Nonostante ciò, l’operato di Giorgio Griffa (Torino 1936) è diverso dall’operato di Carlo Battaglia (La Maddalena 1933 - 2015).


Come pianeti del sistema solare, i vari interpreti ruotano attorno all’operato di creatori come Picasso (Malaga 1881- Mougins 1973), Kandinskij (Mosca 1866 - Neuilly-sur-Seine 1944) e altri demiurghi. Costoro gettarono le basi per la formulazione della lingua, in seguito estesa orizzontalmente in vari linguaggi.


Il linguaggio e le sue componenti, costruiti sulle solide basi della lingua, rappresentano la personale visione di un autore. Se dovessimo fare una similitudine con l’informatica:

- La lingua rappresenterebbe il sistema operativo;

- Il linguaggio rappresenterebbe il programma;

- Le varie componenti del linguaggio (segno, tecniche pittoriche, materiali, personale tavolozza cromatica, elementi costanti) rappresenterebbero le informazioni.


A Sciacca, il recepimento delle esperienze artistiche del Novecento, ha contribuito alla nascita di diversi e personali linguaggi, spingendo i vari autori verso una rapida riconoscibilità stilistica.

[fig. 4] Franco Accursio Gulino, Ferdinandea, 1997, olio su plastica, cm. 210X200

Sono prettamente riconoscibili gli sgargianti e bruschi contrasti cromatici presenti in tutti i quadri di Leonardo Fisco (Sciacca 1938) [fig. 1]. Le palme sono la vera firma di Vincenzo Nucci (Sciacca 1941 - 2015) [fig. 2]. Davanti ad un cartone romano, non riusciremo a pensare a nessun altro, fuorché Rosario Bruno (Siculiana 1945) [fig. 3]. In tutte le opere di Franco Accursio Gulino (Sciacca 1949), possiamo percepire gli elementi segnici, formali e cromati del ciclo “Ferdinandea” [fig. 4]. Riconosceremo su mille, un quadro di Cosimo Barna (Sciacca 1953- 2017), con le sue migliaia di svettanti virgolettature [fig. 5].

[fig. 5] Cosimo Barna, Mediterraneo 2, 2005, acrilico e olio su tela, cm. 210X200

Consideriamo il dualismo lingua e linguaggio, come una lunga scalinata: la lingua equivale ad un gradino che ci porta ad un piano successivo; il linguaggio, invece, equivale alla piazzola di sosta in cui, riposando, si riflette e si approfondisce un discorso tra una rampa e un’altra.


Anthony Francesco Bentivegna


Pubblicato in: "Il Fatto Popolare - settimanale di fatti locali e nazionali", Numero 258 del 02/02/2018 Anno VII - 2018, pp. 12-13; Ars Mundi. Origine |Tradizione |Evoluzione, in Tinkit-magazine.com 20/11/2019

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