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Immagine del redattoreAnthony Francesco Bentivegna

Un Tiziano a Sambuca. Proposte critiche sul Ritratto di Paolo III Farnese.

Sabato 21 aprile, a Sambuca di Sicilia (AG), presso Palazzo Panitteri, in occasione del secondo anniversario del “Borgo più bello d’Italia 2016”, si è tenuta l’inaugurazione dell’evento “L’Elogio della Bellezza”, presentata dal Sindaco di Sambuca di Sicilia, Leo Ciaccio; dell’Assessore ai Beni Culturali e al Turismo Giuseppe Cacioppo e del responsabile del Mu.Di.A. (Museo di Arte Sacra di Sambuca), Calogero Di Salvo. Sono intervenuti: il neo Assessore Regionale BB. CC. A. e I.S., Sebastiano Tusa; il Sindaco di Ganci, Francesco Migliazzo; il Sindaco di Montalbano Elicona, Filippo Taranto; il Sindaco di Troina, Fabio Venezia; il Vicesindaco dei “Borghi più Belli d’Italia”, Giuseppe Simone; il Presidente del FAI, Giuseppe Taibi; il Direttore del Mu.Di.A., Giuseppe Pontillo.

 A riunire queste personalità è la donazione della croce pettorale dell’Arcivescovo Diego Planeta alla collezione del Mu.Di.A.


L’inaugurazione si è conclusa con la firma dell’atto e con un evento eccezionale: l’esposizione del “Ritratto di Paolo III”, dipinto da Tiziano Vecellio (Pieve di Cadore 1488/1490 – Venezia 1576).


L’opera, acquisita dalla Pinacoteca del comune di Troina (EN), era stata precedentemente concessa in prestito dalla famiglia del collezionista Gaetano Miani (Troina 1920 – 2009) per la mostra “Omaggio a Tiziano. Capolavori a confronto” (2016). Attualmente è esposta fino al 27 Maggio 2018 presso il Mu.Di. A. di Sambuca di Sicilia, visitabile dal Martedì alla Domenica, dalle 09:00 alle 13:00 e dalle 15:30 alle 19:30.

Guardare con i propri occhi, a pochi centimetri di distanza, l’opera di un importante autore fa sempre un certo effetto. L’aura sacrale e austera che il quadro emana è incentivata, soprattutto, dalla storia che si cela dietro la sua esecuzione.


Ricostruiamo il contesto storico in cui è stata prodotta l’opera.

Nel 1517 il frate agostiniano Martin Lutero (Eisleben 1483 – 1546) affigge sulla facciata della cattedrale di Wittenberg 95 tesi che mettono in discussione la Chiesa e la religione cristiana. Le accuse di Lutero sono principalmente rivolte alla vendita delle indulgenze, alla vita dissoluta di papi e cardinali e alla dubbia esistenza del Purgatorio. La pressione della Riforma si fa sempre più pesante, portando all’urgente importanza di riunire tutti i vescovi della cristianità nel “Concilio di Trento” (1545-1563). Prima di avviare il concilio, Alessandro Farnese (Canino 1468 – Roma 1549), allora Papa Paolo III, cerca sostenitori per stabilizzare il vacillante equilibrio della Chiesa, si reca allora a Busseto per chiedere supporto a Carlo V (Gand 1500 – Cuacos de Yuste1558), simpatizzante delle idee riformistiche di Lutero e perché vede nella disputa uno strumento per accrescere il suo potere imperiale. Il pittore Tiziano segue la corte papale nel viaggio da Bologna a Ferrara e in quell’occasione ritrae il pontefice.


Lo storico dell’arte Giorgio Vasari (Arezzo 1511 – Firenze 1574), in una lettera a Benedetto Varchi (Firenze 1503 - 1565), fa riferimento al quadro, raccontando che Tiziano metteva ad asciugare il ritratto del Papa nel terrazzo della temporanea residenza papale, per farlo asciugare prima.


Tiziano nel rappresentare con meticolosità le vene delle mani e la minuziosa barba, tanto si era spinto nel realismo, che i passanti si fermavano e si inchinavano convinti che quello non fosse un’effigie, ma il Papa in carne e ossa. L’opera misura 135x98 cm.


Secondo Gaetano Miani, tale opera è la prima di quattro (le altre tre sono di dimensioni più modeste) copie del ritratto di Papa Paolo III. Altro elemento che acclara la tesi di Miani, è la presenza del paesaggio alla destra del Pontefice, riconducibile per flora e atmosfera alle distese emiliane.


Oltre le dimensioni diverse, nelle altre copie il Papa può non indossare il camauro (il copricapo), oppure non avere alle spalle la finestra che incornicia il paesaggio, come il ritratto che si trova nel Museo Nazionale di Capodimonte (Napoli). Quest’ultimo riesce a rispecchiare meglio quella che è la singolare tecnica del pittore veneziano: lievi strati di colore o l’aggiunta di vernici o tempere grasse. Inoltre, sempre nel Paolo III di Capodimonte in un’atmosfera più austera, il volto è più autorevole rispetto al Paolo III di Troina che presenta una certa sofferenza data sia dall’età, che dagli eventi negativi di quegli anni. Altre differenze del ritratto di Capodimonte si trovano nella barba incolta e nella mano (senza il foglio) appoggiata a uno spigolo della mozzetta (cappa papale).


Tiziano, "Ritratto di Paolo III Farnese", Pinacoteca di Troina | Tiziano, "Ritratto di Paolo III Farnese", Capodimonte | Tiziano, "Ritratto di Paolo III Farnese", Ermitage, San Pietroburgo

Nella tela di Troina emerge un Tiziano colorista, invece nella tela di Capodimonte un Tiziano più cupo e introspettivo. Nella prima, il soggetto è fuso con l’ambiente circostante, nella seconda, invece è isolato e distaccato dallo sfondo torbido.


Nel Paolo III dell’Ermitage di San Pietroburgo si nota l’evidente posizione più incurvata delle spalle rispetto al gemello troinese.


Aggiungendo questo dipinto agli altri due, si nota come da l’uno all’altro (Troina < Capodimonte < San Pietroburgo) vi sia una certa degenerazione, probabilmente, data dal progressivo declino (ipoteticamente nell’arco di mesi) di Alessandro Farnese.


Quello che più desta la mia attenzione è il chiaroscuro più approssimativo della mozzetta del Paolo III di Troina rispetto gli altri. Forse Tiziano ha dovuto rispondere alle richieste/pretese (tempistiche e/o estetiche) di un committente caparbio come il Papa, per poi ritornare con più calma sul soggetto, con spirito di personale ricerca? Ricordiamo che Vasari riferisce della fretta di Tiziano a finire il quadro.


In tutte le copie (a mio parere più di quattro), emergono particolari diversi: è da escludere che l’esecuzione dall’uno all’altro si sia proteso nell’arco di mesi o di anni?

​​​

​​​Anthony Francesco Bentivegna


Pubblicato in: "Il Fatto Popolare - settimanale di fatti locali e nazionali", Numero 268 del 04/05/2018 Anno VII - 2018, pp. 10-11


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