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I Macchiaioli

Immagine del redattore: Anthony Francesco BentivegnaAnthony Francesco Bentivegna

Giovanni Fattori, Lo staffato, 1880, olio su tela, Galleria d'Arte Moderna, Firenze

Il movimento dei Macchiaioli è stato una significativa avanguardia dell’Ottocento. Gli autori, opponendosi all’accademismo, sia sul piano formale che sul piano tematico, si sforzarono di rappresentare il mondo in chiave realista. Il termine, alquanto dispregiativo, venne coniato nel 1862 per indicare un gruppo di pittori dalle idee liberali che si ritrovavano abitualmente nella saletta del Caffè Michelangelo di Firenze.


È stata l’unica vera arte che, usando le parole di Antonio Gramsci, può definirsi “nazional-popolare”.

Alcuni dei maggiori esponenti sono Giovanni Fattori (Livorno 1825 - Firenze 1908), Silvestro lega (Modigliana 1826 - Firenze 1895) e Telemaco Signorini (Firenze 1835 - 1901).


L’arte di allora, si rivolgeva al passato e alla grande pittura dei maestri cinquecenteschi e seicenteschi; si rappresentavano epoche lontane o grandi scene che raccontavano le glorie storiche e militari dell’Italia, come nella pittura di storia con continue contaminazioni mitologiche, dove da sempre l’arte italiana aveva eccelso.


Diventando iconoclasti, i macchiaioli non rappresenteranno più il condottiero, l’eroe, la vittoria; ritenendo che ci fosse maggior patriottismo nella rappresentazione della condizione dell’uomo italiano, lo raffigura nella schietta quotidianità: una pittura apparentemente di genere, dai toni umili e anti celebrativi.

Giovanni Fattori, In vedetta, 1882, olio su tela, Collezione Marzotto, Valdagno

Per i macchiaioli la forma non esiste, ma è creata dalla luce. Il colore che viene steso sovrapponendo macchie su macchie con brevi pennellate, dissimula la luce che colpisce gli oggetti, inviando i colori direttamente alla retina dell’osservatore, dove vengono mescolati. A differenza dei colleghi Impressionisti, che abolirono il nero dalle loro tavolozze, i macchiaioli osservarono come su di esso i toni degli altri colori si facessero più netti. Questi decisi contrasti, erano ottenuti tramite una tecnica chiamata dello “specchio nero”, utilizzando uno specchio annerito con il fumo, dove ritraevano il riflesso dei loro paesaggi.


Il colore nell'arte dei Macchiaioli, non si limita solo alla percezione visiva; c’è un processo di sinestesia, che insieme al vedere, col colore, ci fanno sentire anche gli odori, i sapori delle cose e le voci dei personaggi dei loro quadri.


La novità maggiore consiste nello staccare le figure da sfondi neutri e convenzionali, calandole in una cornice ambientale: la figura si fonde con lo sfondo; al contrario dei dipinti del Caravaggio (Milano 1571 - Porto Ercole 1610), non c’è un protagonista, non c’è una figura che ha più rilievo dell’altro, c’è un gruppo di persone che fanno parte di un paesaggio.

Caravaggio, Davide con la testa di Golia, (1609-1610), olio su tela, Galleria Borghese, Roma

I Macchiaioli, propugnavano anche il rifiuto del disegno per contornare i soggetti (perché, nella realtà non vi è contorno delle cose). L’allontanamento del disegno, evidenzia come l’arte dei macchiaioli sia un'arte antiborghese, perché in quel tempo, il disegnare era considerato parte dell’educazione e del sapere dei ricchi gentiluomini. Il rifiuto del disegno, è stata una scelta forte, considerando quanto la tradizione fiorentina di Masaccio (Castel San Giovanni in Altura 1401 - Roma 1428), Leonardo (Anchiano 1452 - Amboise 1519) e Michelangelo (Caprese 1475 - Roma 1564) era legata ad esso.

L'artista più rappresentativo del disegno fiorentino è senza dubbio Michelangelo Buonarroti

Gli artisti macchiaioli volgono la loro attenzione ai paesaggi rurali della campagna toscana, abitati da contadini intenti a lavorare i campi oppure nei momenti di riposo; ebbero il coraggio di volgere il loro sguardo verso le modeste e dimenticate periferie. Anche se la tecnica apparentemente non lo permette, i ritratti Macchiaioli sono molto gradevoli e apprezzati, i personaggi ritratti sono di diversa estrazione sociale.


Nei quadri di questi artisti è particolarmente presente la figura femminile nelle sue più svariate sfaccettature, ritratta sia nella fatica del lavoro fisico che nelle attività di diletto personale e artistico.

Anthony Francesco Bentivegna



 
 
 

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© 2020 by Anthony Francesco Bentivegna

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