La scelta di non imporre limitazioni strutturali, tecniche o concettuali sorge dal proposito che ogni artista possa esprimere e manifestare senza filtri la cognizione del proprio tempo.
Un tempo dall'accezione intima e personale, inteso come percezione e direzione della propria sensibilità, non necessariamente in accordo con la nostra epoca.

Un tempo diverso,
come una linea dinamica e impazzita che scorre avanti e indietro,
alcune volte respinta,
altre attratta dalla linea del tempo corrente.

Un tempo stazionario (presente),
che arretra (passato) o che avanza (futuro),
in relazione alla personale volontà artistica.

L’opera diventa lo squarcio dimensionale tra il nostro tempo e quello dell’artista: un’estensione del pensiero (messaggio) implementato in relazione alla propria sensibilità e al proprio rapporto con il presente.

Le espressioni artistiche del nostro territorio, oltre il personale tempo dell’artista (contenuti), manifestano anche diversi approcci alla materia che determinano lo sviluppo di linguaggi diversificati e spesso filosoficamente inconciliabili, escludendo di conseguenza la possibilità di formare una scuola di pensiero univoco. Nonostante ciò, tali spontanei sviluppi gettano le basi per indagare sulla scelta artistica dettata da ogni singolo artefice, con il proposito di ricercare punti di connessione e sviluppi tra i diversi codici.

Tali diversità espressive, linguistiche, tecniche e concettuali emergono da una generazione all’altra e da un autore all’altro: Rosario Bruno (1945), Leonardo Fisco (1938), Franco Accursio Gulino (1949) e ACA (1973), Vincenzo Crapanzano (1972), Roberto Masullo (1987).

Gli auspici di “III Millennio. Seconda decade” sono il superamento di un mero inquadramento storico della situazione artistica dal 2000 ad oggi e l’inizio di un percorso di confronti intergenerazionali tra artisti, non solo finalizzato a portare al centro dell’indagine il mutamento linguistico, ma anche ad evidenziare quali variazioni intellettuali, spirituali e concettuali si interpongono tra una generazione e un’altra…
Anthony Francesco Bentivegna
Storico dell’Arte
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