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Immagine del redattoreAnthony Francesco Bentivegna

Memento Monocromo

Aggiornamento: 21 ott 2021

Impronte e sfuggevoli frammenti emergono senza preavviso nella nostra mente.

Intimi momenti colmi di nostalgia ormai irripetibili.

Mario Giacomelli, Presa di coscienza sulla natura, 1976

Traumatici eventi come spettri scaricano sul nostro petto il fardello della loro fatica.

I ricordi diventano spesso oggetto di condivisione, un modo per esorcizzare i fantasmi del passato e donare, allo stesso tempo, una parte intangibile della propria esperienza, della propria essenza, del proprio essere.

È significativo come dinamiche sintattico-narrative e cognitivo-espressive si incontrano spontaneamente con la volontà di proiettare il proprio pensiero in bicromia, creando in questo modo una finestra sulla sensibilità e sulla percezione dell’autore di uno scatto o di una tela.

Mark Kostabi, Lyrical flight, 1999

Esprimere in bianco e nero diventa vitale necessità:

- di purificare l’immagine donandogli un significato intrinseco colmo di valori misteriosi ed eloquenti come uno sguardo animato da mille significati o da pensieri invisibili celati tra una riga e un’altra;

- di arrivare ad un linguaggio formato da presenza e assenza di luce, fatto di vuoti e di pieni, di geometrie spigolose e rotonde;

- di provocare una sospensione spazio-temporale in cui emergono entità impresse nell’atto di affermare la propria ragione nel micro e nel macro mondo.

Mac Adams, Placement II 23.1971, 1971

Rappresentare in bianco e nero è come scolpire la superficie del reale in profondità fino a rivelare solo gli aspetti più salienti, densi e schietti della fitta trama sensoriale del ricordo.


Anthony Francesco Bentivegna

Storico dell’Arte


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