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Simbiosi deleteria

Immagine del redattore: Anthony Francesco BentivegnaAnthony Francesco Bentivegna

Aggiornamento: 12 mar 2021

E se un giorno diventassimo prigionieri di queste torri d’avorio che abbiamo accuratamente costruito?

Quanto varrebbe ogni centimetro guadagnato?

Quanto varrebbero tutti quei secondi che scandiscono e programmano le nostre vite?

Solo quando messo alle strette l’uomo comprende le sue priorità e le sue reali necessità.

Solo in vista di un’imminente catastrofe l’uomo prende coscienza di ciò che potrebbe perdere.

Flavio Tiberti, Shape of life [dittico]

Proprio su questa riflessione si concentra “Hope” di Flavio Tiberti, una ricerca estetica in cui emerge la caducità dell’uomo (creatura fallibile) in lotta contro una forza più grande di lui.

Queste due forze, l’una creativa e l’altra distruttiva, giocano un crudele ed impari tiro alla fune che porterà indubbiamente ad una fine. Ma cosa c’è nel mezzo?

In questa ricerca spirituale ogni singolo fotogramma è investito da una rinnovata coscienza critica che mette in discussione l’autorità e il peso che esercita il tempo nella nostra vita.

Corde piantate sulla pelle di un ciclopico gigante che ci permette di vivere sulla sua schiena.

Legami che si intersecano, come il destino di più individui, come grate di una cella, per formare opprimenti aree simili alle nostre prigioni di cristallo.

Viviamo imbelli in uno spazio, in balia del tempo che scorre, come acqua che cancella i nostri passi sulla riva.

Cosa rimarrà di noi?

Una storia senza uomini.

Una storia di sole azioni.

Azioni animate dalla volontà di raggiungere con una zattera la tanto agognata meta: una piccola isola in mezzo al mare vittima del nostro stesso destino.

Flavio Tiberti, Back to nature

«Il viaggio di Ulisse continua da isola in isola.

Una meta mai definitiva, mai permanente.

Un uomo che cammina su un gigante.

Un crudele gioco di sopravvivenza tra ospite e ospitante.

Entrambi vittime l’uno dell’altro.

Entrambi in balia di una presenza ancestrale e invisibile

che ridefinisce la loro intera essenza».

Flavio Tiberti, Ways [Trittico Time],

Vita, crescita, morte: protagonisti del sadico gioco del tempo, giudice delle nostre azioni deputato a scegliere cosa conservare (bianco) e cose distruggere (nero).

Una stella che illumina una parte delle cose, eclissandone altre.

Un severo imperatore che incide su tutte le cose, che fa gioire o dannare, delimitando un limite massimo che a noi non è dato sapere.

Un tempo a disposizione. Forse breve,… forse lungo.

Chissà se capiremo prima della fine…

Anthony Francesco Bentivegna

Storico dell’Arte



hope (il tempo vuoto)

percezione dello spazio prima dell’estinzione

corde

come legami,

come costrizioni e confini, reali e virtuali.

che delimitano spazi e possibilità,

che chiudono aree e aria.

segni di necessità e di violenza.

orme

come resti di esseri umani,

come desideri infranti, presenti e futuri.

che anelano movimento e vita,

che rischiano esistenza ed estinzione.

segni di passato e di passaggio.

barca

come forma,

come essenza.

che restituisce un orizzonte,

che concede alternative.

segno di volontà e di speranza.

tempo

come assenza,

come tensione al vuoto.

che definisce lo spazio,

che sostiene una emozione estetica.

segno di essenzialità e di geometrie.


Flavio Tiberti


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